Quello che per Proust era la madeleine, per me è la pasta con lo stracchino. Lo so, sembra un paragone azzardato. Eppure, ogni volta che la forchetta la infilza e mi arriva sotto il naso, non posso evitare di vedere porte rotte e cassetti aperti, e provare in quell'istante una sensazione contrastante di inaspettata beatitudine. Era un anno qualunque tra il 1982 e il 1987, una domenica come tante. Arrivammo alla casa di campagna in macchina come avremmo fatto migliaia di volte prima e dopo allora, in una mattina che non avremmo più dimenticato. Un episodio forse banale per molti, una scritta sulla lavagna da cancellare per tutta la mia famiglia, vicenda breve da narrarsi. Nell'unico fine settimana in cui i miei nonni si erano assentati dalla casa in molti anni, i ladri avevano svaligiato le case, la cantina, gli sgabuzzini, la caldaia, il ripostiglio degli attrezzi, il giardino, tutto. E quando dico tutto intendo che non si trovò nemmeno più il cinghiale congelato dentro il freezer, dettaglio che suscita tuttore ilarità se si solleva l'argomento. Mia madre e mia nonna vagavano per la casa come uccelli dalle ali spezzate, ferite fino allo spasmo; non per il valore economico, ché di certo elevato non era, ma per l'incredibile quantità di ricordi spazzati via da un imprevisto colpo di spugna. I miei occhi di bambina fotografarono cassetti rotti, porte abbattute, ante aperte, vetri in frantumi, e nemmeno un tappeto, una fotografia, una tenda, una spilla, un ricordo, un asciugamano. Restavano solo vecchie stoviglie sbeccate, e un panetto di stracchino nel frigo. Pure, quella donna eccezionale che è mia nonna impugnò con piglio deciso una pentola, affermando che bisognava pure reagire in qualche modo. Dopo cinque minuti la pasta era pronta, e noi tutti seduti, attoniti scolari diligenti in fila davanti a un animo energico, con in mano la forchetta. Il ricordo nitido scaturisce tuttora, se sento il profumo della pasta con olio e stracchino, che è diventata da quel giorno per me metafora della famiglia unita davanti alle avversità impreviste. Sono certa che chiunque della mia famiglia la assaggi o la annusi provi lo stesso, non serve ricordarlo, fa sorridere. Mi fa sorridere anche quando resta la scelta in extremis se mi sono dimenticata di fare la spesa. Mi ricorda qualcosa di importante. Ad esempio. Non so cosa abbia cucinato mia madre la sera dell'alluvione, ma credo fosse pasta con lo stracchino.
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