martedì 4 giugno 2013

i piedi sulla moquette e la carta sotto le dita. giro le pagine con circospezione, come si fa con i libri preziosi, con la matita tra le dita pronte a sottolineare. aggrotto le sopracciglia, aggiusto gli occhiali. cerco tra le pagine qualcosa che ancora non conosco, ma che nello stesso tempo mi appartiene. scivolo sotto la coperta fuori stagione, e mi guardo intorno. televisione spenta, musica, fogli sparsi sul tappeto. sullo schermo lampeggiano parole di conversazioni inaspettate, pezzi di puzzle che trovano il loro posto da soli. in questi giorni, la voglia di ringraziare chi mi dedichi del tempo è una necessità, come se facessi un inchino a uno specchio. ho bisogno di trovare negli occhi degli altri qualcosa che mi sfugge, che da tempo fatico a individuare, che forse coincide con i miei occhi chiusi. una luce stanca illumina le mie mani, i pensieri vagano con il fumo dell'incenso e faticano a prendere una forma definita. le lancette girano, i quadri mi fissano curiosi, chiedendosi  se non sia tempo di farli uscire dalla cornice. la stanchezza si misura dal mascara attaccato alle ciglia. il silenzio mi abbraccia, e io sorrido felice pensando a qualcuno che stasera mi ha scritto. grazie.